martedì, febbraio 28, 2006
venerdì, febbraio 24, 2006
giovedì, febbraio 23, 2006
Lettera a Benedetto XVI
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Il Regime Iraniano Continua a Sopprimere Civili Kurdi
La scorsa settimana nel Kurdistan Orientale (Iran), durante gli attacchi da parte delle forze dell´ordine iraniane sui manifestanti kurdi, 11 civili sono stati uccisi, 250 persone ferite di cui 40 gravemente, e 800 poste agli arresti. I feriti hanno paura di recarsi in ospedale per timore di rappresaglie da parte dello Stato mentre le famiglie dei feriti arrestati non riescono ad avere informazioni sui loro congiunti. La gente viene arrestata con la forza, le loro abitazioni ispezionate e gli abitanti torturati. Era il giorno del settimo anniversario della cattura illegale, facente parte di un complotto internazionale, del Leader Kurdo Abdullah Ocalan. La popolazione Kurda del Kurdistan iraniano ha manifestato democraticamente in molte città chiedendo la libertà per il sig. Ocalan. Organizzare una manifestazione di massa per esprimere lealtà al proprio Leader Nazionale è un diritto legittimo e democratico. Tuttavia, il regime iraniano ha dimostrato ancora una volta il rifiuto di tollerare l´espressione di tale diritto e ha risposto brutalmente con la forza armata ostacolando e uccidendo i manifestanti.
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mercoledì, febbraio 22, 2006
"Il Pasto della Tarantola"
La tarantata offerta sul tavolo, come un prodotto tipico del nostro Salento è stato (non è per campanilismo) quanto di più originale ha offerto la Borsa Internazionale del Turismo 2006. L'idea è stata dei cantieri Teatrali Koreja, che hanno pensato ad uno spettacolo-degustazione, "Il pasto della Tarantola" per proporre in modo ironico e memorabile, agli avventori della fiera, i prodotti enogastronomici salentini. visita www.teatrokoreja.com stevenapples@libero.it
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lunedì, febbraio 20, 2006
giovedì, febbraio 16, 2006
Cursi contro il razzismo e l'intolleranza
La manifestazione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Mark Andrè Kpolo Zoro si terrà Lunedì 20 febbraio a partire dalle ore 10.30 ed è inserita nel programma della ... ... Settimana salentina della Solidarietà »
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martedì, febbraio 14, 2006
ACCENTI METROPOLITANI
Vi scrivo da un internet point di Roma, precisamente dal Pigneto. Mi ero dimenticato come fosse enorme qui la varietà di persone . Sei schiacciato su un tram o su un autobus e senti parlare almeno cinque sei lingue diverse. Slavo, indiano, africano, americano, romano….cinese…mi estraneo…la mia testa smette di cercare di capire e si lascia andare disperdendosi, nel flusso migratorio di lingue e accenti. Dall’espressione a volte capisci qualcosa…ma il più delle volte, se sei solo e stanco, tutto questo frullato di accenti diviene sfondo….ronzio. Sarà questa l’alienazione di cui tanto si parla? Sarà questo senso di dispersione metropolitano che mi ha fatto decidere di tornare nel Salento? Non lo so. Non c’è più tempo di pensare…devo correre per inseguire l’ennesimo autobus. Andando verso il centro tutto diventa più pulito…le lingue meno difficili da decifrare…si tratta per lo più di americani inglesi o comunque europei. Tedeschi dai calzini bianchi mi chiedono un informazione in inglese. Giapponesi rimangono estasiati di fronte “la macchina da scrivere” (l’altare della Patria) lasciandosi andare in mugolii orientali…una donna rumena litiga al telefono e dall’intonazione della voce sembra minacci il suo interlocutore…eroina di questi tempi mi fa venire in mente Uma Thurman in Kill Bill. Ritorno in periferia…non ho yen da spendere a Trastevere io. Dopo una lunga attesa al freddo di febbraio passa a prendermi il 50 notturno….direzione Casilina…periferia pura. Nell’autobus il solito ronzio mischiato all’odore di cipolla bangladese. Non ho tempo da perdere. Fra un po’ è l’alba e sto ancora rincorrendo autobus. Piero Maruccia piemaruc@katamail.com
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domenica, febbraio 12, 2006
Aiutiamo Mohamed
Mohamed Felahh è ricoverato a Casarano, presso la casa di cura Euroitalia. Pochi giorni fa era all'ospedale di poggiardo, " paralizzato , martoriato da profonde piaghe da decubito " dopo 10 mesi di ospedale. Il suo caso è finito sul tavolo del presidente della regione Nichi Vendola al quale due sorelle, Giovanna e Maria Concetta Agrosì, hanno scritto per cheiedere aiuto. < All'ospedale di Poggiardo, reparto di lungodegenza, è ricoverato Mohamed Fellah, marocchino 42enne conosciuto col nome italiano di Simone. E' in questo ospedale da un mese, dopo essere stato per nove all'ospedale di tricase, dei quali tre in coma ed uno in rianimazione. Le sue condizioni sono disperate, sia dal punto di vista sanitario che umano: è paralizzato, è martoriato da profonde piaghe da decubito, parla con un filo di voce ed ha seri problemi di alimentazione, ma soprattutto i suoi occhi neri sprigionano terrore. Simone, racontano le sorelle Agrosì, da 5 anni lavorava come saldatore in un'officina meccanica di Presicce, ma circa un anno fa rimase vittima di un'intossicazione da monossido di carbonio sprigionato dal braciere acceso in casa per scaldarsi: fu ritrovato dopo tre giorni in uno stato di coma. Da 11 mesi Simone viene assistito in ospedale dal fratello Said che ha dovuto lasciare la famiglia in Marocco. Said è in difficoltà per la lingua che non conosce e per la mancanza di lavoro e di qualunque mezzo di sotentamento mentre la sua famiglia in patria ha perso l'unico sostegno. Le sorelle Agrosì, che hanno conosciuto il caso perchè il proprio padre era ricoverato nello stesso ospedale, plaudono alla diligenza dei medici di Poggiardo, anche se, dicono a Vendola,
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mercoledì, febbraio 08, 2006
E' in distribuzione il numero di febbraio
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martedì, febbraio 07, 2006
Un eroe italiano?
Apprendiamo da fonti giornalistiche che anche il Comune di Maglie intende procedere all’intitolazione di una strada cittadina a "Fabrizio Quattrocchi – eroe italiano". La circostanza rientra in una grande offensiva politica della destra italiana finalizzata a ricordare "l’eroico gesto" della guardia del corpo genovese rapita ed uccisa in Iraq nell’Aprile del 2004, dedicandogli strade e piazze d’Italia. Riteniamo che la proposta del centro destra di intitolare una strada del nostro Comune a Fabrizio Quattrocchi, al quale rivolgiamo il nostro rispetto per il suo rapimento e la sua tremenda morte, sia soltanto propagandistica. Essa proviene, d’altra parte, proprio dai responsabili politici della partecipazione dell’Italia ad una guerra cosiddetta "preventiva" ma di fatto lesiva dei fondamenti della nostra Costituzione. La morte di Fabrizio Quattrocchi, come tutti ricorderanno, appartiene a quella complessa vicenda che è stata ed è tuttora la guerra in Iraq. L’offensiva voluta dal governo americano all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle di New York e all’attacco contro il regime afgano dei Taleban, accusati di fornire ospitalità al terrorista saudita Osama Bin Laden, rappresenta un tassello di quella strategia bellica dell’aggressione sistematica e preventiva ad ogni potenziale pericolo per la stabilità degli Stati Uniti d’America. La "guerra preventiva" secondo i suoi massimi teorici, il presidente Bush, il suo ministro della difesa Rumsfeld e gli estimatori europei Blair e Berlusconi, consente ad un paese occidentale che ritenga minacciata la sua sicurezza interna e i propri interessi economici nel mondo, di poter attaccare qualsiasi Stato sovrano sospettato di essere connivente con gruppi e movimenti legati al terrorismo islamico. Ovviamente la guerra è preventiva, le prove di eventuali legami tra questi paesi e i fondamentalisti islamici invece, sono successive al conflitto… sempre che si riescano a trovare! I prodotti di questa singolare strategia, finalizzata in ultima analisi anche all’esportazione del bene supremo della Democrazia, attraverso le armi, sono di particolare rilevanza! Infatti, a quasi tre anni dall’inizio del conflitto in Iraq, la situazione è ben lungi dall’essere pacificata, questo paese che in tutta l’area Mediorientale era considerato lo Stato più laico ora è fomentato dall’integralismo islamico. Con un grande effetto domino, gli sforzi di riformare il vicino Iran, attraverso la guida del moderato Kathami sono definitivamente naufragati nel fanatismo del nuovo presidente Ahmadinejad. In Palestina nelle ultime elezioni politiche ha trionfato Hamas, la fazione più ostile al processo di pace con Israele. La morte di Fabrizio Quattrocchi è figlia di questa teoria, proprio come l’uccisione del freelance-pacifista Enzo Baldoni o le vittime (tutte) dell’attentato di Nassiriya. Sono effetti collaterali, per usare il gergo proprio dei militari, di un conflitto che non doveva esserci, perché nell’assoluta inutilità della guerra, se possibile, era ancora più inutile degli altri. Andando nel merito della proposta di intitolazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi, secondo i suoi proponenti, la ragione va ricondotta all’affermazione da questi fatta nel momento dell’esecuzione: -"Vi faccio vedere come muore un italiano"- Riteniamo infatti che le parole pronunciate dal giovane un attimo prima di venire barbaramente ucciso, siano il segno di una morte non eroica: sono gli ideali per cui una persona vive e per i quali affronta grandi rischi o addirittura la morte ad indurci a formulare un giudizio di eroismo e non perché il suo lavoro era realisticamente pericoloso. Tanti sono i lavoratori che muoiono durante il loro lavoro che meriterebbero allora d’essere considerati come martiri ma che non trovano posto nella toponomastica delle nostre città. Comprendiamo come questa frase, urlata con la disperazione di un uomo che muore, può infiammare l’istinto patriottico di qualche spento dirigente di Alleanza Nazionale ma se vogliamo analizzarla fuori da quel contesto assume tutt’altra connotazione. Sfidare i propri aguzzini non è atto eroico, quell’asserzione invece instilla un germe di profondo razzismo, rappresenta la manifesta superiorità della gens italica anche nel momento di morire. Ci chiediamo come muore un italiano? Forse in modo dissimile da un irakeno? O da un bambino curdo in Turchia? Peraltro va aggiunto che a differenza di altri italiani caduti nello scenario irakeno nell’espletamento di un pubblico servizio, Fabrizio Quattrocchi e i suoi tre "colleghi" si trovavano in Iraq in circostanze ancora oggi non del tutto chiarite, oggetto tra l’altro d’indagine da parte della Magistratura italiana. Allora perché ricordare Quattrocchi e non il già citato pacifista Enzo Baldoni? Oppure il funzionario dell’intelligence Nicola Calipari ucciso dal fuoco amico durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena? Tutte vittime della guerra preventiva. La Biblioteca di Sarajevo respinge con determinazione la pratica della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazioni o addirittura come risposta preventiva alle potenziali minacce ad un ordine internazionale precostituito. Propone pertanto che in tutte le città vengano ricordate le vittime di questo periodo storico, senza martiri o eroi, tutte le vittime, senza distinzione di razza o religione, con l’intitolazione di luoghi pubblici ai "caduti di tutte le guerre preventive". La triste vicenda di questo giovane coraggioso ci deve semmai far riflettere sulle terribili conseguenze che una guerra comporta in termini di rischi e di brutalità e portarci a ripudiare tutte le guerre. fonte: www.bibiliotecadisarajevo.it
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Pisanu: "E' emergenza per i clandestini dal Marocco"
E' boom di immigrati clandestini che dal Marocco, via mare, raggiungono l'Italia: l'anno scorso erano il 2,4% del totale, mentre "negli ultimi due mesi sono diventati il 32,4%". Ma perché c'é questo "impressionante aumento", come l'ha definito il ministro, di clandestini dal Marocco? Pisanu spiega che "dopo i sanguinosi episodi di Ceuta e Melilla e il rafforzamento della doppia barriera di filo spinato posta a difesa delle due città, buona parte dei tradizionali flussi migratori clandestini dal Marocco alla Spagna si è riversata sull'Italia attraverso l'Algeria e la Libia. Ciò fa temere che col ritorno della bella stagione ci troveremo di fronte ad una vera e propria emergenza: non è accettabile che essa venga scaricata tutta sulle spalle della stessa Libia e dell'Italia. Per fronteggiarla dovranno attivamente impegnarsi anche gli altri paesi del Maghreb, primo tra tutti il Marocco, e la Spagna. Ma, soprattutto, occorre che si impegni concretamente l'Unione Europea, tenuto conto che per molti migranti l'Italia é solo un paese di transito verso il resto d'Europa". Senza il sostegno dell'Unione sarà infatti molto più difficile ottenere dai paesi del Maghreb una cooperazione piena e davvero efficace come quella attualmente prestata dall'Egitto e dalla Libia che consentono il respingimento alla frontiera e l'immediato rimpatrio dei clandestini attraverso voli charter". Secondo Pisanu, "nell'ipotesi della temuta emergenza di fine inverno-primavera 2006 sarà indispensabile poter contare sulla piena collaborazione del Marocco che, per altro, beneficia di aiuti europei". Fonte: www.stranieriintialia.it
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venerdì, febbraio 03, 2006
Incontro a Modena
ESPORTAZIONE SENZA FILTROIncontro nazionale delle realta' locali ed individuali di solidarieta' con il popolo kurdo A Modena, si svolgerà, sabato 4 e domenica 5 febbraio 2006, un incontro nazionale con il popolo kurdo, i suoi responsabili politici in Italia ed esponenti europei.
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mercoledì, febbraio 01, 2006
Fratelli d'Italia
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Attenzione ai messaggi via email!
Nei prossimi giorni dovete stare attenti a non aprire nessun messaggio > chiamato "invitation", indipendentemente da chi lo invia , > è un virus che "apre" una torcia olimpica che brucia il disco fisso del pc. > Questo virus verrà da una persona che avete nella lista dei contatti > per questo dovete divulgare questa mail, è preferibile ricevere questo > messaggio 25 volte che ricevere il virus ed aprirlo. > Se ricevete un messaggio chiamato "invitation" non lo aprite e spegnete > immediatamente il pc. > È il peggior virus annunciato dalla CNN classificato da Microsoft come > il virus più distruttivo mai esistito. > Questo virus è stato scoperto ieri pomeriggio da MCAfee è non c'è > soluzione ancora per questo virus. > Questo virus distrugge semplicemente il Settore Zero del disco fisso > dove l'informazione vitale è nascosta. > Invia questa mail a chi conosci, copia questa posta e spediscila ai > tuoi amici e contatti e ricorda che se lo invii a tutti loro, ci > beneficeremo tutti noi.
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