Fratelli d'Italia
"Vi faccio vedere come muore un italiano"
Possiamo davvero pensare che, dopo queste esternazioni e la successiva
morte, siamo pronti alla consacrazione di un uomo o meglio, di un eroe?
In fondo un eroe è un uomo illustre, di alto valore che compie straordinarie
imprese o che si immola per difendere un ideale, una libertà. Quattrocchi
difendeva sicuramente una libertà, quella economica, la sua. A chi non
farebbero comodo diecimila euro al mese; avranno pensato a questo anche i
suoi compagni di avventura: Agliana, Cupertino, Stefio.
Uomini "straordinari", questi, che hanno pensato bene, da buoni "emigranti",
di fare fortuna all'estero; uomini che in Iraq avevano compiti come istruire
alle tecniche di security il personale del luogo, di proteggere i
magistrati, manager; ma anche di difendere strutture.
Sicuramente saranno queste le straordinarie imprese che trasformano gli
uomini in eroi.
Voglio pensare per un attimo ad un altro italiano "emigrante", il cui
pensiero era: "Non dobbiamo essere egoisti, io devo pensare agli altri",
quest'uomo si chiamava Carlo Urbani; era un medico uno di quegli senza
frontiere che spese la sua vita tra l'Africa centrale e l'Indocina e che
trovò la morte -il 29 marzo 2003-in un ospedale a Bangkok, ucciso da quella
malattia a cui stava trovando una cura: la SARS.
Di Urbani ci rimarrà sempre il ricordo, troveremo il suo nome su una
strada, una scuola, un parco, una piazza; potrei dire "per non
dimenticarlo", per non dimenticare un uomo che con le sue conoscenze e ancor
più, con doti di grande umanità si è adoperato per il bene degli altri.
È storia recente che molti consiglieri comunali stanno presentando mozioni
per l'intitolazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi, suscitando
sentimenti contrastanti nell'opinione pubblica e negli stessi schieramenti
politici.
Personalmente inorridisco all'idea di trovarmi a passeggiare in un'ipotetica
via "F. Quattrocchi -eroe italiano".
Forse, prima di compiere avventati e malsani gesti, sarebbe il caso di
capire che eredità Quattrocchi ci ha lasciato, cosa di buono ha fatto per il
popolo iracheno, cosa ancora per il processo di pace e, se vogliamo, cosa al
popolo italiano?
Andrea Piccinno www.bibliotecadisarajevo.it
2 commenti:
Un uomo come tanti che ha fatto una brutta fine, ma inorridire non è un po' eccessivo?
Ragazzi e amici (non mi abituero' mai a chiamarvi "compagni", scusate,
neanche nei centri sociali di Firenze ho mai sentito distinzioni del
genere....)sul tema Quattrocchi devo intervenire sia pure da lontano.
Trovo abbastanza fuor di luogo che a cosi' breve distanza da un evento
che si inscrive nella serie di morti terribili di una guerra dissennata
( e' l' unica parola che ho al riguardo) si pensi a intitolare una
strada a Quattrocchi, quando la guerra e' ancora in corso e mietera'
chissa' quante altre vittime; bene facevano in altri tempi, quando il
pacifismo non si sapeva neanche dove stesse di casa, a intitolare
strade e piazze ai Caduti a cose fatte e disastri finiti, cosi' c' era
modo di piangere tutti senza fare operazioni pubblicitarie e?o
politiche di parte (triste eredita' della nostra epoca).
Forse l'
unico italiano morto veramente da generoso e senza fare troppo casino
e' stato a giudizio unanime di tutte le parti politiche Nicola Calipari
nella liberazione di Giuliana Sgrena, e sappiamo chi l' ha ucciso (sono
fra le firmatarie per la prosecuzione delle indagini sulla sua morte; )
e pero' anche per lui sarebbe di pessimo gusto procedere ORA a delibere
come quella del Comune di maglie, che non ho letto ma di cui apprendo
notizie da voi.
Pero' , mi perdoni Andrea, Piccinno (meraviglioso
collaboratore a tutte le mie teatrali follie e persona che senz' altro
molto stimo e ringrazio), non si puo' intavolare discussioni su cosa
sia un eroe o se chi e' morto dicendo una frase che in quel momento
per la sua formazione e (forse limitata) cultura era quella da dire
abbia detto la cosa giusta o meno.
Di fronte a qualsiasi morte violenta
di questa guerra io penso si debba tacere e basta, perfino su quei
pazzi scalmanati che vanno a farsi esplodere in nome di Allah e che
mandano al governo in Palestina una Hamas che ha nel programma politico
anche il getto di acido sulle donne che non portano il velo.
Percio'
perdonatemi: credo che si debba fare tutti i rilievi possibili all'
intitolazione di una strada a un morto solo dei tanti morti "per la
Patria" di entrambi le parti in questo conflitto, ma per favore, non
attacchiamo le singole persone, io non credo che diecimila ma neanche
ventimila euro al mese bastino ad avere la rabbia per morire.
A presto
daniela tamborino
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