mercoledì, maggio 03, 2006

Pechino, terra di sole taranta e vento

Che qualcosa di nuovo stesse succedendo, lo si capiva già da domenica 30 aprile, quando pechino si risvegliava, per la prima volta dall’inizio della primavera, sotto un sole cocente e con temperature più alte del previsto. L’arrivo dei tarantolati, per la prima volta nella terra di mezzo, non poteva assolutamente passare inosservato.
Era da giorni ormai che si vociferava qui a pechino che la giornata clue del Pop Music festival di Chaoyang Park, sarebbe stata martedì 2 aprile, per la “notte della taranta”, sebbene molti, moltissimi cinesi ignorassero cosa fosse effettivamente. Ma in meno di un mese il simbolo della notte della taranta, quella tarantola con un cuore rosso in mezzo, ha colorato la città in lungo e in largo con poster, magliette, cappellini e bandierine. In pochi, lo scorso anno a Melpignano, hanno pensato che quella troupe televisiva cinese che riprendeva il concerto con tanto interesse e passione avrebbe poi potuto dare un seguito ad un progetto che invece ieri, dopo una esibizione di più di tre ore, si è manifestato con tutta la sua forza e spirito di coinvolgimento. La conferenza stampa del 30, con tanto di mini-esibizione del maestro Sparagna accompagnato da una voce femminile per la gioia dei giornalisti cinesi, aveva dato un’avvisaglia su quale potesse essere la reazione del pubblico. Il concerto di ieri poi, ha confermato in pieno le attese: migliaia di persone hanno ballato ininterrottamente al suono di strumenti a loro sconosciuti, con un unico comune denominatore che ha unito musicisti e danzatori. Una musica popolare e tradizionale come la taranta in una terra dove il popolo e la tradizione restano elementi fondamentali e indivisibili; un progetto che non poteva fallire! Sono bastati i primi battiti di tamburello, le prime note di fisarmonica e i tanti cinesi li presenti, assieme ad una folta comunità di stranieri, italiani in primis, hanno colorato di passione ed energia le tre ore di performance tra una danza dei coltelli e un ballo di san Vito, il tutto presentato in cinese da un salentino residente a Pechino. Un progetto sul quale la provincia di Lecce e la Regione Puglia hanno voluto coraggiosamente scommettere e che alla fine hanno vinto, basandosi esclusivamente sulla necessità di esportare, comunicare e far conoscere, con un vettore culturale così nobile come la musica tradizionale, un lato vero, pulito e forte della nostra Italia.
Oscar Chirizzi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

oscare non parlare in terza persona la sapimu ca si tie lu cantante de punta autru ca sparagna!

Anonimo ha detto...

Costo dell'evento, per la Provincia di Lecce, 100mila euro. Tutto molto bello, su questo non c'è dubbio, ma servirà davvero a qualcosa?

Anonimo ha detto...

ragazzi firmatevi please, sono curiosa

Anonimo ha detto...

osche?!?!!!!!
graaaaaaaaande

Anonimo ha detto...

ma quale cazzo è l'indirizzo del blog di oscar? paola sei la solita curiosa.