Rifugiati, in Italia la politica è lo sgombero
Più case per tutti Nella notte tra il 15 e il 16 di novembre una comunità di circa 300 persone composta per la maggior parte da rifugiati politici eritrei, sudanesi e somali, ha occupato uno stabile in via lecco 9. Questa occupazione e' nata dalla volonta' di persone in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, di vedere riconosciuti i propri diritti rimasti finora solo sulla carta. Gli occupanti hanno chiesto una soluzione definitiva al problema abitativo che permetta loro di condurre una vita dignitosa, lontano dal degrado e dalla precarietà conosciuti finora; un problema sentito da molti e ormai non più rimandabile: comunità di migranti, giovani, famiglie a reddito di sopravvivenza aspettano da anni che vengano proposte delle soluzioni a un fenomeno che è in espansione e che non si può affrontare rimandando all'infinito interventi sociali. Il comune non ha perso tempo e in una seduta straordinaria ha votato con una maggioranza trasversale una delibera che ha imposto alla prefettura l'immediato sgombero dell'edificio, abbandonato da più di 10 anni. Ancora una volta una situazione umanitaria gestita come un problema di ordine pubblico. Solamente dopo la decisione della prefettura di rimandare lo sgombero a data da destinarsi, il comune aveva accettato di aprire una trattativa, rimanendo però su posizioni molto distanti da quelle che sono le richieste degli occupanti e continuando d'altro canto a spingere per lo sgombero. Il 27 Dicembre lo stabile di Via Lecco e' stato sgomberato. Dopo aver passato una notte all'addiaccio, i migranti sono stati portati via dal presidio fuori lo stabile e "temporaneamente" trasferiti in container (tra l'altro insufficienti per capienza), ma non smettono di rivendicare un posto dignitoso in cui vivere. http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=2593
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